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ERKIN KORAY - ELEKTRONIK TURKULER (Dogan/World Psychedelia Ltd; 1974/1999)

  Erkin Koray  (1941-2023), "Il Jimi Hendrix turco", è ritentuto il padre dell' Anatolian Rock o Anadolu Rock  (fusione di rock e musica tradizionale turca).  Erkin Koray nasce nel 1941 a Istanbul e forma la sua prima rock band nel 1957, cimentandosi con brani di Elvis Presley e Fats Domino. Nel 1959 battezza il progetto Erkin Koray and Ritimcileri'ni e inizia a registrare i primi singoli affiancando agli strumenti elettrici  oggetti musicali tipici dell'universo anatolico: il saz e la darabouka.  Nei primi anni Settanta è la volta dei Ter: al suo fianco ci sono Aydin Cakus, chitarrista e Nur Yenal, esperto suonatore di davul (percussione usata nei brani folk turchi, bulgari e iracheni). Le case discografiche nicchiano di fronte alla proposta avveniristica di Koray, tuttavia è il pubblico che lo osanna e chiede in continuazione nuove produzioni. Nel 1974 tenta nuove strade firmando un contratto discografico con la Doglan Records e nello stesso anno esce il 33 giri

GETATCHEW MEKURYA - ETIOPIQUES 14: NEGUS OF ETHIOPIAN SAX (Buda Musique; 1972/2003)

  Nato a Ifat, il giovane  Getatchew Mekurya  (14 marzo 1935 - 4 aprile 2016) suonava strumenti tradizionali etiopi come il flauto washint, il krar e il masenqo, per poi passare al sassofono e al clarinetto.  All'età di 13 anni, iniziò la sua carriera professionale nel 1949 come parte della banda municipale di Addis Abeba. Nel 1955 si unì alla band del teatro Haile Selassie I di Addis, e nel 1965 si unì alla famosa Orchestra della Polizia.  Fu uno  dei primi musicisti a registrare una versione strumentale di shellela, un genere di musica vocale tradizionale Amhara cantata dai guerrieri prima di andare in battaglia. Getatchew ha preso sul serio la tradizione della shellela, apparendo spesso sul palco con una tunica di pelle di animale da guerriero e un copricapo con criniera di leone. Continuò a perfezionare il suo stile strumentale shellela, registrando un intero album nel 1970, Negus of Thiopian Sax, pubblicato su Philips Etiopia durante il periodo di massimo splendore del movimen

ERNESTO DJEDJE - LE ROI DU ZIGLIBITHY (Awesome Tapes From Africa, 1977/2024)

  Ernesto Djédjé (1948–1983), "le Roi du ziglibithy",   è stato un musicista ivoriano di Daloa. I suoi genitori erano di etnia  Wolof e Bété.  Djédjé iniziò a suonare a quindici anni quando divenne chitarrista degli Ivoiro Star nel 1962.  Si trasferì a Parigi nel 1968  dove continuò ad esibirsi e fece la sua prima registrazione con Anoma Brou Felix nel 1970 con l'aiuto di Manu Dibango.   Nel 1972 ritornò in patria per dirigere l'Orchestra di San Pedro. In seguito formò una band chiamata Les Ziglibithiens e fu pioniere di uno stile musicale chiamato Ziglibithy basato su una sorta di musica roots Bété combinata con ritmi di rumba congolese. Lo  Ziglibithy di Djedje è una musica dance altamente sincopata, in cui le sinuose linee di chitarra sono punteggiate da grossi fiati.  Il presidente ivoriano Félix Houphouët-Boigny lo onorò per il suo contributo alla cultura nazionale nel 1982. Djédjé morì improvvisamente per un'ulcera non curata nel 1983 all'età di 35 anni,

CANZONIERE DEL LAZIO - MIRADAS (Cramps, 1977)

  Il Canzoniere del Lazio è stato un gruppo folk italiano attivo negli anni settanta, ricordato soprattutto per le ricerche nel patrimonio folkloristico prima laziale, poi italiano e quindi mediterraneo. Il percorso del gruppo e dei suoi membri si incrocia più volte con alcuni esponenti del cosiddetto folk revival, come Mauro Pagani e Demetrio Stratos.  Il gruppo nasce a Roma nel 1972 con l'intento di operare come collettivo di ricerca e riproposta della musica di tradizione popolare, attraverso un grande lavoro di ricerca e documentazione politica su materiali provenienti dall'ambiente proletario e contadino, a stretto contatto con il Nuovo Canzoniere Italiano e in collaborazione con Alessandro Portelli, studioso e ricercatore, cresciuto nell'ambiente dell'Istituto Ernesto de Martino.  Inizialmente il Canzoniere del Lazio venne costituito da Piero Brega, voce solista, Francesco Giannattasio, organetto e percussioni, Sara Modigliani, voce e flauto e Carlo Siliotto, viol

NASS EL GHIWANE - LA LÉGENDE. THE BEST OF (EMI Music Arabia; 2007)

  Nass El Ghiwane (letteralmente "la gente della trance"), "i Rolling Stones dell’Africa", sono un gruppo musicale storico del Marocco, nato nel 1971 a Casablanca nel quartiere Hay el Mohammadi.  I membri fondatori del gruppo, L’arbi Batma, Omar Sayed, Boujmi’ e Allal, si sono incontrati a Casablanca nel quartiere Hay el Muhammadi, il più povero della città ma anche il più variegato e vivace. Questo li ha portati ad essere ricordati anche come awlad al hay, "i figli del quartiere", dove  hanno maturato quel senso critico verso la società, scaturito da rabbia, frustrazione e abbandono, che continuano a esternare con la loro musica. I Nass El Ghiwane si collocano nel panorama culturale del Marocco degli anni Settanta, in cui la scena musicale era dominata dalla musica libanese ed egiziana. In questo contesto la loro musica era un forte motivo di innovazione. La band usa strumenti musicali tradizionali e si serve dell' arabo dialettale per comporre i vers

HABIB KOITÉ & ERIC BIBB - BROTHERS IN BAMAKO (Contre Jour; 2012)

  Sulla strada tra Memphis e Bamako.  La fusione musicale di Habib Koitè e Eric Bibb riunisce due storie piene di sentimento in un suono di chitarra mai sentito prima, appassionato ed esuberante. Cresciuto in Mali Koitè è erede di un sapere ancestrale legato al canto che lo colloca tra le voci più influenti dell' Africa contemporanea, mentre il lignaggio di Bibb nel tradizionale suono blues ha prodotto un mix di folk e gospel risalente ai canti di lavoro del profondo sud. Costruendo un ponte attraverso l'Atlantico, Koitè e Bibb esplorano le radici africane della musica blues.   01.   On my way to Bamako  03:09 02.   L.A.  05:35 03.   Needed Time  04:38 04.   Tombouctou  04:01 05.   We don't care  03:58 06.   Send us brighter days  03:56 07.   Nani Le  02:29 08.   Khafolé  04:16 09.   With my maker I am one  04:24 10.   Foro Bana  05:22 11.   Mami Wata  01:33 12.   Blowin' in the wind  04:43 13.   Goin' down the road feelin' bad  03:37 DOWNLOAD   

SEGUN DAMISA & THE AFRO-BEAT CRUSADERS - NIGERIA DEY CRY (Playa Sound; 2007)

  Leader indiscusso del gruppo Afrobeat Crusaders, Segun Damisa è sempre stato al fianco dei principali interpreti del genere: Fela Kuti, Tony Allen, King Sunny Ade, Femi Kuti. Dopo aver partecipato a numerose tournée in ogni parte del mondo come percussionista, Damisa ha deciso di creare un proprio gruppo in Francia con validissimi musicisti. In questo album, registrato negli studi di Chris Biskett, Damisa viene affiancato in un brano dal grandissimo Manu Dibango, sassofonista cui è legato da una profonda amicizia. I brani di questo disco, nei quali l'afrobeat coesiste armoniosamente con il jazz, il soul e i ritmi del juiu e dell' highlife, rappresentano l' ultima testimonianza dell' arte raffinata di Segun, purtroppo scomparso durante la registrazione di questo splendido album... 1. Gari good 2. Nigeria 3. Aids   (Con Manu Dibango) 4. Suffer day 5. Eshere 6. Alakitijon 7. Lailo 8. Ojeje 9. Precussions (Interlude) Segun Damisa (voce, percussioni) Manu Dibango  (sax alt