" I cugini Mehdi e Abid Rostami, iraniani nativi di Kermanshah, attivi nella scena musicale britannica, in coppia con il moniker the Agrin Ensemble o in collaborazione con artisti curdi e con la siriana Maya Youssef nel Awj Trio, firmano un notevole album di “musica classica urbana dall’Iran”, come recita il sottotitolo del disco pubblicato dalla Arc Music. È un dialogo tra il piccolo liuto a manico lungo, dotato di quattro corde (setar) e il tamburo monopelle a calice (tombak), che costituisce la principale percussione persiana e che da semplice strumento di accompagnamento, con l’adozione di nuove tecniche da parte di molti musicisti, ha accresciuto le potenzialità espressive, ritagliandosi un considerevole spazio solistico. Le note del booklet accompagnano nell’ascolto dell’opera dei due artisti, che partono dal corpus del radif, l’espressione più elevata del sistema musicale persiano, di tipo modale e monofonica, utilizzandone le formule melodiche e ritmiche su cui ricama
" Odio il termine World Music, indica artisti che in Occidente sono considerati irrilevanti. Io invece penso che il pop occidentale sia il fast food della musica e che il meglio venga da altrove. Siamo tutti figli della Coca Cola ma anche del mango, di Microsoft e della cumbia. La musica prova che è possibile vivere in entrambi i modi e che essere biculturale è soddisfacente ed eccitante " David Byrne